Quella di sinistra è Zazie, chiamata così in onore di Raymond Queneau e del suo romanzo Zazie nel metro (1959) e in onore di Louis Malle e del film che ne ha tratto nel 1960. Zazie sta con me da 6 anni e non so quasi nulla della sua vita precedente, se non che non deve essere stata molto felice. Viene da un canile-lager di Rieti tristemente famoso e l'ho conosciuta grazie all'impegno di due volontarie che hanno fatto circolare su internet la sua foto e quelle di altri cani. Credo che abbia avuto dei piccoli che le devono essere stati tolti perché le sono rimasti i capezzoli lunghi come se allattasse; da una radiografia fatta, le ultime tre vertebre della schiena risultano saldate tra loro, probabilmente a seguito di una frattura da percosse (ha paura delle scope e di qualsiasi bastone). Questo però le dà un'andatura ancheggiante come quella di Marilyn Monroe nel film Niagara (1953) di Henry Hathaway, cosa che fa impazzire i cani maschi che la incontrano e verso i quali, se sono dei bei ragazzi, si dimostra molto intraprendente, anche se, essendo stata sterilizzata, il tutto rimane su un livello di gioco, con qualche frustrazione per i pretendenti. Zazie piace molto anche alla gente e ai bambini, che però non piacciono a lei e ai quali ringhia e mostra i denti se si mostrano troppo invadenti. Sta con me in libreria dove all'inizio ha provato a rosicchiare un paio di libri, propendendo poi definitivamente per la cultura orale. La sua specializzazione è l'abbaiare risentito verso i clienti che si permettono di entrare dopo l'orario di chiusura. Le sono cordialmente antipatici anche quelli che fanno jogging, skateboard e che vanno in bicicletta sui marciapiedi, come pure le persone alte, specialmente se vestite di nero e con il cappello. Con me è estremamente affettuosa e protettiva, molto gelosa e preoccupata che non sia a portata di fiuto: quando esco dalla doccia con il mio odore naturale modificato dal bagnoschiuma ci vuole sempre un buon quarto d'ora di coccole e sfregamenti rituali per ristabilire i legami.
Quando mi chiedono di che razza sia in genere rispondo "canina"; se chi me lo chiede ha l'aria spocchiosa invece sparo un "australian cattledog", bovaro australiano, al quale in effetti assomiglia abbastanza: se ne vede un esemplare nel film Australia (2008) di Baz Luhrmann. In realtà credo si tratti di un incrocio tra un Labrador e un lupoide: tecnicamente è quindi un bastardo, è nata così.
Quello della foto in alto a destra, invece, si è fatto da solo.
( La battuta è tratta dal bellissimo film I professionisti (The Professionals) (1966) di Richard Brooks)
su Zazie che dire se non che è fantastica e bellissima,ricordo bene
RispondiEliminail suo arrivo,pioveva e lei aveva fatto un viaggio allucinante dentro a un bagagliaio,come collare un pezzo di corda.Il ciccione invece mi provoca l'orticaria,mi ripugna.Se si è fatto da solo ( e lo spero per i suoi genitori)
ha sicuramente usato terra scadente,cemento povero,fanghiglia.E un pezzo di carne con gli occhi..
Zazie ti aspettano tutti qui..